L’aver dato inizio a un discernimento ecclesiale, come quello di un Sinodo, è un fortissimo atto di fede in Dio Padre che guida il suo Popolo come buon Pastore; fede in Gesù Cristo, sposo della Chiesa; fede nello Spirito Santo che ha dotato la Chiesa di segni e strumenti di grazia per vivere la missione che gli è stata affidata.
Il Sinodo desidera ardentemente far risplendere sul volto della nostra Chiesa locale, la regalità, la profezia e il sacerdozio di Cristo che, con il suo Vangelo aperto, invia ancora la Chiesa a illuminare gli uomini con la luce della Parola.
Dopo la fase formativa e la fase dell’ascolto, ora dobbiamo preparare la fase celebrativa del Sinodo e come primo atto è necessario costituire l’Assemblea sinodale che, secondo lo Statuto, è una realtà composita che rispecchia la diversità dei carismi e dei ministeri della Chiesa locale. In essa confluiscono membri di diritto riguardo al Servizio diocesano, membri designati dai Servizi pastorali e membri eletti dalle diverse Comunità.
Anche per il momento elettivo bisogna invocare con la preghiera l’azione dello Spirito Santo perché le Comunità sono chiamate a fare discernimento per scegliere tra i suoi membri dei delegati secondo criteri di coerenza evangelica e di ecclesialità. Il membro eletto viene presentato al Vescovo per la nomina. Il Vescovo opera un discernimento sull’idoneità del candidato e depone il suo nome tra i sinodali, membri dell’Assemblea.
Colui o colei che viene nominato offre la sua docilità all’azione dello Spirito e la sua disponibilità a collaborare per raggiungere con il suo contributo l’unità nella decisione assembleare.
(dalla Regolamento per l'Elezione dei Sinodali del XII Sinodo della Chiesa di Cefalù)