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Omelie del Vescovo (13.04.2025)

13/04/2025 13:17:00

Segreteria Vescovile

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Omelie del Vescovo (13.04.2025)

Domenica delle Palme

Omelia del Vescovo di Cefalù

S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante

 

Domenica delle Palme

 

Basilica Cattedrale

Cefalù, 13 aprile 2025

 

 

 

Carissimi fratelli e sorelle, 

abbiamo ascoltato la passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo l’Evangelista Luca. Lo stesso Evangelista racconta che Gesù, quaranta giorni dopo la nascita, viene portato al Tempio per il rito della purificazione della Madre e per essere offerto a Dio come primogenito con il sacrificio di un agnello oppure una coppia di tortore o di giovani colombi, secondo la Legge d’Israele. Mentre i genitori compivano l’offerta, il vecchio Simeone prese il Bambino tra le sue braccia e, mosso dallo Spirito, pronunciò una profezia alla Madre: «Egli è posto per la caduta e la risurrezione di molti in Israele, come segno di contraddizione, affinché vengano svelati i pensieri di molti cuori; e a te una spada trafiggerà l’anima» (cfr. Lc 2, 22-38).

Luca nel racconto della passione fa emergere, in particolar modo, le contraddizioni e lo svelamento dei pensieri di molti cuori.

Anche noi, carissimi, entrando nella Passione al seguito di Gesù accettiamo di svelare le nostre contraddizioni, le false credenze, le menzogne e le ipocrisie.

Così possiamo intraprendere un cammino di ritrovamento della Verità; la verità di Dio, la verità di noi stessi.

Questo cammino è ben espresso dalle folle che, dopo aver assistito alla crocifissione e alla morte di Gesù, «se ne andarono battendosi il petto» (Lc 23, 48) riconoscendo la propria responsabilità e colpevolezza. Infatti dall’ “Osanna” al Crucifige” il passo è breve.

Numerosi sono i personaggi che, incontrando Gesù durante la Passione, vengono svelati nella loro contraddizione:

 

1. Pietro: dopo aver proclamato la volontà di andare fino alla morte con Gesù e anche in prigione con lui, lo rinnega per tre volte. Svela la contraddizione con sé stesso, ma anche con la comunità.

 

2. Giuda: consegna Gesù a coloro che lo arrestano con un gesto della devozione del discepolo verso il maestro, ovvero con un bacio, svelando la doppiezza del cuore.

 

3. Pilato: dopo aver riconosciuto l’innocenza di Gesù, lo consegna alla morte. Si svela l’ipocrisia, la pavidità e l’attaccamento al potere. Si svela lo stravolgimento della realtà anche sul piano etico e giuridico. Barabba infatti, rivoltoso e omicida, viene messo in libertà al posto di Gesù.

 

Il Vangelo della Passione ci chiede quindi di uscire dalla doppiezza, di uscire dalla menzogna e dall’inganno.

L’integrità viene raggiunta solo se si ha il coraggio di togliersi la maschera protettiva e ammettendo la propria finzione ipocrita.

Luca ci presenta alla fine l’ “altro” dei due malfattori crocifissi con Gesù - definito dalla tradizione il “Buon Ladrone” - e lo pone come esempio del discepolo che si assume la responsabilità del male commesso e ne accetta le conseguenze di pagarne il prezzo.

Nello stesso tempo esprime una sincera professione di fede confessando l’innocenza e la giustizia di Gesù: «Noi giustamente – replica al compagno di sventura – perché riceviamo la giusta pena per le nostre azioni, lui invece non ha fatto nulla di male» (Lc 23, 41). Lui invece non ha fatto nulla di male: questa innocenza è riconosciuta anche da Pilato.

Quest’uomo conclude la sua vita con una bellissima preghiera sulle labbra: «Ricordati di me quando verrai nel tuo Regno» (Lc 23 ,47). E Gesù gli risponde con quell’espressione straordinaria: «In verità ti dico, oggi con me sarai nel paradiso». Ecco la sincerità.

Il Buon Ladrone diventa per noi una guida nella strada del discepolato che, ritrovando la verità, fa ingresso nel pentimento e così essere salvato.

Carissimi fratelli e sorelle, auguro a tutti noi di avere il coraggio di fare la verità dentro noi stessi; nella nostra vita. Solo così possiamo avere comunione con il nostro Signore Gesù Cristo. Amen.

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